Legge elettorale, 160 mila firme raccolte per dire no al Rosatellum - Molise Web giornale online molisano
Giovedì - 01 Giugno 2023

Legge elettorale, 160 mila firme raccolte per dire no al Rosatellum

La domanda, prima o poi, viene fatta sempre quando si tratta di cambiare le regole del gioco: chi ci guadagna? Un po' come l'introduzione della Var nel mondo del calcio e di tutte le polemiche che ne sono nate - soprattutto in questa domenica, 22 ottobre, con mister Montella - lo stesso accade quando si vogliono modificare le norme della competizione elettorale. Perché diciamolo, qualsiasi possa essere la competizione, c'è sempre chi delle nuove regole ne subirà le conseguenze.
Analizzando i due sistemi, abbiamo da un lato il Rosatellum, che ha ottenuto qualche giorno fa il si della Camera, sostenuto da Pd, FI, centristi e Lega. E avversato invece da sinistra e 5 Stelle. I grillini, infatti, preferirebbero andare al voto con la legge oggi in vigore, l’Italicum corretto dalla sentenza della Corte costituzionale. 
A parte le strategie che potrebbero inevitabilmente nascere bisognerà attendere il 24 ottobre quando, a Roma, la riforma elettorale passerà all’esame dell’Aula. Ed è già deciso anche che il 27 ottobre – dopo solo tre giorni – dovrebbe cominciare la sessione di bilancio. Date sicuramente non rigidissime, ma che fanno notare una precisa volontà della maggioranza - senza che nessuno l'abbia dichiarato apertamente - ovvero approvare la legge elettorale prima delle elezioni in Sicilia del 5 novembre. Una data che pare essere attesa anche per gli schieramenti che si andranno a delineare in Molise per le prossime Regionali. Abbiamo ancora due grandi nomi che non hanno chiarito la propria posizione: Antonio Di Pietro e Aldo Patriciello.
Riportando però l'attenzione solo sulla legge elettorale e sui diritti dei cittadini, tralasciando così le dinamiche nazionali, regionali e di future coalizioni è ancora possibile aderire all'appello del Coordinamento democrazia costituzionale: una petizione rivolta ai capi-partito e promossa dal Fatto Quotidiano in collaborazione con Change.org (firma qui).
La lettera di protesta, sintetizzata in 6 punti, che ha già visto aderire 160 mila cittadini contro l'istituzione del Rosatellum.
1. La partita che si sta giocando sulla legge elettorale è una partita sulla Costituzione perché il modello di democrazia consegnatoci dai Costituenti e convalidato dal referendum del 4 dicembre 2016, è fondato sulla centralità di un Parlamento rappresentativo attraverso il quale trova espressione il principio supremo che la sovranità appartiene al popolo, per cui “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art. 49 Cost.). Un Parlamento che fosse nuovamente eletto con un sistema elettorale incostituzionale e con parlamentari nominati dall’alto non offrirebbe alcuna resistenza ai ricorrenti tentativi di stravolgimento della Costituzione.
2. Malgrado due pronunce della Corte Costituzionale, che hanno pesantemente censurato il porcellum e l’italicum facendo sorgere la necessità che il Parlamento intervenga per far sì che sia restaurato un sistema elettorale omogeneo per le due Camere e coerente con la Costituzione, il disegno di riforma elettorale attualmente in discussione ripropone il carattere oligarchico e manipolativo della volontà popolare che viziava i precedenti sistemi.
3. Ancora una volta una ristretta oligarchia, composta dal capo o dai capi dei principali partiti, potrà determinare la composizione delle Assemblee parlamentari, assegnando il seggio ai propri fedelissimi ed espropriando gli elettori della possibilità di scegliersi i propri rappresentanti. Inoltre si potranno tenere fuori dal Parlamento le minoranze sgradite ostacolando la nascita di nuove formazioni politiche.  Con il nuovo sistema quasi due terzi dei seggi verranno attribuiti sulla base di liste bloccate, mentre per la quota eletta con il maggioritario, la minima possibilità di scelta insita nel collegio uninominale verrà annullata mediante il meccanismo del voto unico al candidato di collegio e alle liste collegate. La volontà degli elettori, inoltre, viene ulteriormente manipolata attraverso una formula che favorisce coalizioni di facciata destinate a sciogliersi dopo il voto, a scapito delle formazioni non coalizzate e della pari dignità dei cittadini elettori.
4. Chiediamo che siano ricostruite le condizioni di legittimità democratica del Parlamento: che il prossimo Parlamento non sia eletto un’altra volta con una legge elettorale incostituzionale, che sia consentito a tutti i cittadini elettori di scegliersi liberamente i propri rappresentanti, che sia eliminato ogni meccanismo che manipoli la volontà degli elettori (come il voto unico) o che possa alterare la volontà espressa dal voto popolare. Ribadiamo con forza le richieste formulate nella Petizione popolare presentata alle Camere su iniziativa del CDC: abolizione del premio di maggioranza, dei capilista o dei listini bloccati, delle pluricandidature. Occorre quindi un sistema sostanzialmente proporzionale, che può essere compatibile sia con il voto di preferenza sia con i collegi uninominali.
5. Facciamo appello alle elettrici ed agli elettori a mobilitarsi perché siano garantite la scelta libera e diretta dei parlamentari da parte dei cittadini e la rappresentatività delle Camere.
6. Invitiamo a partecipare alla campagna i Comitati territoriali. Promuoviamo la tenuta di incontri pubblici nazionali e locali, nei quali chiedere alle forze politiche e ai loro rappresentanti nei territori di pronunciarsi contro il sistema elettorale in discussione e a favore di un sistema conforme alla Costituzione e pienamente democratico.
Ma per capire il destino della Legge bisognerà aspettare ancora qualche giorno anche se, pare, le voci che si oppongono si stiano moltiplicano sempre più a tutti i livelli. 
 
-lc-

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