Oggi 1 dicembre la Chiesa festeggia Sant’Agerico di Verdun, vescovo
1328 – Terremoto a Norcia
1918 – L’Islanda diventa un regno con auto-governo, pur rimanendo unita alla Danimarca
1923 – in Valle di Scalve (BG) crolla la diga del Gleno causando oltre 350 morti
1934 – In Unione Sovietica, il membro del Politburo Sergei Kirov viene ucciso nel quartier generale del Partito Comunista di Leningrado, da Leonid Nikolayev (si ritiene diffusamente che il leader sovietico Josif Stalin ordinò l’omicidio)
1941 – Seconda guerra mondiale: l’ex sindaco di New York, Fiorello LaGuardia, e il direttore dell’Ufficio di Difesa Civile, firmano l’ordine di creazione della Civil Air Patrol (CAP) come corpo civile ausiliario dell’Aviazione Militare degli Stati Uniti
1952 – Il New York Daily News porta in prima pagina la notizia che Christine Jorgensen, una donna transessuale danese, è diventata la prima persona a subire con esito positivo un’operazione chirurgica per il cambio del sesso
1964 – Guerra del Vietnam: il presidente statunitense Lyndon B. Johnson e i suoi massimi consiglieri si incontrano per discutere i piani per il bombardamento del Vietnam del Nord (dopo qualche dibattito, concordano per adottare un piano suddiviso in due fasi)
1969 – Guerra del Vietnam: si tiene la prima chiamata di leva militare a sorteggio negli USA dalla fine della seconda guerra mondiale (il 4 gennaio 1970, il New York Times pubblicherà un lungo articolo, “Gli statistici accusano, la lotteria per il reclutamento non era casuale”)
1970 – Il parlamento italiano approva la legge che regola l’istituto del divorzio. La legge porta il nome dei primi firmatari, Loris Fortuna e Antonio Baslini.
1971 – Guerra civile cambogiana: i Khmer rossi intensificano gli assalti alle posizioni del governo cambogiano, costringendoli a ritirarsi da Kompong Thmar e dalla vicina Ba Ray, 10 chilometri a nord-est di Phnom Penh
1973 – La Papua Nuova Guinea ottiene l’auto-governo dall’Australia
1986 – Inaugurazione del Musée d’Orsay di Parigi
1987 – La NASA annuncia il nome delle quattro compagnie che ottengono i contratti per la costruzione della Stazione Spaziale Internazionale: Boeing Aerospace, la divisione aerospazio della General Electric, McDonnell Douglas, e la divisione Rocketdyne della Rockwell International
1988 – Introduzione della giornata mondiale contro l’AIDS.
1989 – Guerra fredda: il parlamento della Germania Est abolisce le garanzie costituzionali che garantiscono al partito comunista il ruolo guida dello stato (Egon Krenz, il Politburo e il Comitato Centrale si dimetteranno due giorni dopo)
Città del Vaticano: Papa Giovanni Paolo II riceve in Vaticano la visita di Michail Gorba?ëv
1990 – Operai francesi e britannici addetti allo scavo del Canale della Manica, si incontrano a 40 metri di profondità sotto il fondale della Manica, stabilendo il primo collegamento terrestre tra Gran Bretagna ed Europa 1998 2001 – Italia: si svolge la prima edizione del Linux Day in circa quaranta città sparse su tutto il territorio nazionale
2006 – Si conclude l’importante viaggio di Benedetto XVI in Turchia, che apre il dialogo verso ortodossi e musulmani
2009 – Il Trattato di Lisbona entra in vigore, dopo la ratifica di tutti gli stati dell’Unione europea.
Giornata mondiale contro l’AIDS
Italia – Linux Day
Nati
Woody Allen (1935) – Regista statunitense
Carol Alt (1960) – Modella e attrice statunitense
Tahar Ben Jelloun (1944) – Scrittore marocchino
Pablo Escobar (1949) – Criminale colombiano
Nikolai Lobachevsky (1792) – Matematico russo
Mondo Marcio (1986) – Rapper italiano
Daniel Pennac (1944) – Scrittore francese
Giulia e Silvia Provvedi (1993) – Cantanti e personaggi tv italiane
Lou Rawls (1933) – Cantante statunitense
Salvatore Schillaci (1964) – Calciatore italiano
Marie Tussaud (1761) – Scultrice francese, fondatrice del Museo delle Cere
Sun Yang (1991) – Nuotatore cinese
Morti
David Ben Gurion (1973) – Politico israeliano
Charles De Foucauld (1916) – Religioso francese, esploratore e studioso della cultura Tuareg
Papa Leone X (1521) – Pontefice della Chiesa cattolica italiano
Vittorio Emanuele Orlando (1952) – Giurista e politico italiano
Antonio Segni (1972) – 4° Presidente della Repubblica italiana
Christa Wolf (2011) – Scrittrice tedesca
Il ricordo di una Italia calcistica diversa ci porta a parlare di Salvatore Scillaci.
Salvatore Schillaci, detto Totò (Palermo, 1º dicembre 1964), è un ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.
Lo si ricorda principalmente per le sue prodezze e gol al campionato del mondo 1990, competizione chiusa dalla nazionale italiana al terzo posto, durante la quale Schillaci si aggiudicò anche il titolo di capocannoniere e di miglior giocatore della competizione. Nello stesso anno arrivò secondo nella classifica del Pallone d'oro alle spalle del tedesco Lothar Matthäus.
Ha un nipote, Francesco Di Mariano, e un cugino, Maurizio Schillaci, anche loro calciatori.
Attaccante molto rapido, «aveva una voglia di fare gol che non ho mai visto in nessuno», disse di lui il suo allenatore nel Messina, Franco Scoglio.
Nato e cresciuto nel quartiere popolare San Giovanni Apostolo, iniziò a giocare nelle giovanili dell'AMAT Palermo. Schillaci ricordò così i tentativi del Palermo di acquistare sia lui che il compagno Carmelo Mancuso: «La società rosanero per entrambi offrì 28 milioni di lire; ma i dirigenti dell'AMAT sapevano che da noi due dovevano guadagnare il massimo per sopravvivere e giocarono al rialzo chiedendo 35 milioni. Così, per soli 7 milioni non andammo al Palermo».
ALLEGATINel 1982 fu ingaggiato dal Messina, in serie C2. Nella stagione 1985-86 contribuisce con 11 reti alla promozione in Serie B. Nel 1987 dovette sottoporsi a due interventi ai menischi che ne compromisero la stagione, segnando solo 3 gol. Tuttavia Franco Scoglio puntò ancora su di lui e Schillaci segnò 13 reti nella stagione seguente. Il giocatore ricordò così il rapporto con il tecnico: «Mi diceva sempre un concetto base: fai quello che vuoi e gioca come ti senti. Questo mi caricava a mille proprio in virtù di questa libertà che mi concedeva sul campo di gioco. Ho imparato tantissimo dalla sua persona e non smetterò mai di ringraziarlo. Con lui e i compagni di allora abbiamo reso ai messinesi anni fantastici».
Nella stagione 1988-1989, Zden?k Zeman sostituì Scoglio sulla panchina giallorossa. Sotto la guida del tecnico boemo, Schillaci segnò 23 gol e fu capocannoniere del campionato cadetto; a detta dell'attaccante, i metodi di allenamento portati da Zeman a Messina contribuirono alle sue ottime prestazioni.
Dopo quest'ultima stagione e sette campionati tra Serie B e C, Schillaci lasciò la Sicilia: «Gli anni che ho passato a Messina mi hanno insegnato qualcosa, anche perché ho avuto allenatori bravi a disciplinarmi». Complessivamente giocò 256 gare coi peloritani, delle quali 37 in Coppa Italia, ed è a tutt'oggi il secondo giocatore messinese più presente in campionato (219, dietro solo ad Angelo Stucchi con 235). Con i suoi 77 gol totali (61 in campionato, 16 in Coppa Italia), è il secondo cannoniere assoluto — preceduto solo da Renato Ferretti (89 reti) — nella storia del club giallorosso.
Nel 1989 venne ingaggiato dalla Juventus per 6 miliardi di lire. Esordì in Serie A il 27 agosto nella partita in casa del Bologna (1-1). Nella sua prima stagione in bianconero conquista subito il posto da titolare, e realizza 15 gol in 30 partite di campionato, acquisendo il soprannome di Totò-Gol e contribuendo in maniera decisiva al double del club torinese nella Coppa Italia e nella Coppa UEFA, vinte superando in finale, rispettivamente, Milan e – nella prima finale di coppa europea tutta italiana – Fiorentina. La sua ottima annata convinse Azeglio Vicini a convocarlo al successivo campionato del mondo 1990 da giocarsi proprio in Italia.
Dopo la rassegna iridata, Schillaci giocò altre due stagioni coi bianconeri, andando tuttavia incontro a una pesante involuzione e trovando poche volte la rete. L'11 novembre 1990, al termine di Bologna-Juventus, Schillaci minacciò il giocatore rossoblù Fabio Poli (che durante la partita lo aveva provocato) al momento di uscire dal campo, dicendogli: «Ti faccio sparare». Il gesto, da cui scaturì una serie di polemiche, fu ricordato così da Schillaci: «Avrei dovuto contare fino a dieci. Ma lui mi aveva provocato con uno sputo e io non ci ho visto più. Ho sbagliato ma mi hanno massacrato come fossi stato un killer».
Ai cori discriminatori contro di lui si aggiunse la lite con Roberto Baggio. Schillaci ricordò così questo gesto: «Nella Juventus e in nazionale siamo diventati amici. Dividevamo la stessa camera, lui parlava poco, io niente. Eppure, nonostante questo, una volta facemmo a cazzotti: anzi, fui io a rifilargli un pugno. Si è trattato veramente di una stupidaggine. Eravamo nello spogliatoio della Juve. Roberto stava scherzando con me, ma si lasciò prendere la mano e lo scherzo divenne pesante. Io reagii in quel modo e me ne pentii subito. Per fortuna, la cosa si chiuse lì».
Alla fine della stagione 1991-1992, con l'arrivo di Gianluca Vialli in rosa, Schillaci trovò sempre meno spazio fino a decidere di lasciare il club torinese; una scelta, a detta dello stesso Schillaci, facilitata dal fatto che la dirigenza juventina non vide di buon occhio la contemporanea separazione dalla consorte: «La società non mi perdonò la decisione di separarmi da mia moglie. Non dovevo farlo, così, senza tanti riguardi, mi vendettero».
Nella stagione 1992-1993 passò per 8,5 miliardi di lire all'Inter. Schillaci ricordò con grande entusiasmo il suo trasferimento da Torino a Milano: «Ho ottenuto il massimo, sognavo la maglia nerazzurra e avrei accettato di restare fermo se non fossi riuscito a raggiungerla. I soldi non sono tutto. [...] Riparto da zero a 27 anni e cerco una rivincita». L'esordio con il club nerazzurro avvenne nella gara Inter-Reggiana (4-2) in Coppa Italia, in cui segnò il suo primo gol con la nuova maglia.
Con l'Inter, con cui giocò due stagioni siglando in totale 11 gol in 30 partite, vinse un trofeo, la Coppa UEFA, superando in finale gli austriaci del Salisburgo. Riguardo quest'esperienza, il centravanti siciliano affermò che i suoi inizi a Milano furono buoni (e i rapporti con il presidente Ernesto Pellegrini ottimi) ma che la mancanza di continuità e i problemi fisici gli impedirono di «sfondare».
Nell'aprile del 1994, messo ai margini dall'Inter ancora prima del termine della stagione, e con gli altri campionati nazionali del continente che, nell'era immediatamente pre-Bosman, erano generalmente preclusi ai calciatori italiani, si trasferì in Giappone nelle file dello Júbilo Iwata che gli aveva proposto un ottimo contratto economico.
Schillaci divenne il primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese; i nipponici gli fornirono un interprete, un autista personale 24 ore su 24 e una bella abitazione. Al suo esordio con il club giapponese, Schillaci segnò il suo primo gol nella vittoria per 2-0 contro il Kawasaki Frontale. Il 9 giugno 1994 venne squalificato per due giornate per aver insultato l'arbitro che aveva diretto l'incontro fra Júbilo Iwata e JEF United. Nel 1997 vinse con la sua squadra la J. League, ma subì anche un serio infortunio che lo relegò definitivamente lontano dai campi di gioco, fino al ritiro ufficializzato nel 1999.
Con la maglia del Júbilo Iwata segnò in totale 56 gol in 78 partite. Il giocatore italiano ricordò così la sua esperienza giapponese: «Quando arrivai lì trovai un entusiasmo contagioso. Per loro lo Schillaci del mondiale non era mai finito e dimostrai con i miei gol quanto era forte il connubio: entusiasmo uguale impegno in campo e palla in fondo al sacco».
In carriera ha totalizzato complessivamente 120 presenze e 37 reti in Serie A, e 105 presenze e 39 reti in Serie B.
Le buone prestazioni offerte alla sua prima stagione nella Juventus lo portarono nel 1990 a esser convocato per la prima volta nella nazionale maggiore, col commissario tecnico Azeglio Vicini che lo inserì nella rosa azzurra per i mondiali casalinghi di Italia 1990. In precedenza, Cesare Maldini aveva fatto vestire per la prima volta all'attaccante siciliano la maglia azzurra, come fuoriquota, nell'Under-21.
Schillaci partì dalla panchina come riserva di Carnevale, a cui subentrò nella seconda metà del secondo tempo dell'incontro di apertura contro l'Austria, quando il punteggio era fermo sullo 0-0: dopo appena 4' dal suo ingresso in campo, l'attaccante siciliano segnò di testa il gol decisivo che permise agli azzurri di vincere la partita, anticipando i due difensori austriaci che lo pressavano da vicino al momento del cross di Vialli. Ad eccezione della seguente gara contro gli Stati Uniti, Schillaci diventò titolare dell'attacco italiano, insieme a Roberto Baggio, e segnò in tutte le successive gare giocate dagli azzurri contro Cecoslovacchia, Uruguay, Irlanda, nella semifinale persa ai tiri di rigore contro l'Argentina e nella finalina contro l'Inghilterra che l'Italia vinse per 2-1; in quest'ultima partita, Baggio fece tirare a Schillaci un calcio di rigore poi rivelatosi decisivo, in modo da fargli vincere la classifica dei marcatori del torneo. In semifinale, invece, Schillaci aveva preferito non rientrare fra i cinque giocatori designati per la sequenza dei tiri dal dischetto: «Avevo un problema muscolare ed ero stanco, ho preferito lasciare il compito a qualcuno più fresco di me. Non sono un grande tiratore di rigori: a volte li segno, a volte li sbaglio. Quando prendi la rincorsa, pensi a un sacco di cose e in un momento simile non puoi rischiare. È una grande responsabilità. Avrei voluto calciare, ma non ero al meglio».
A fine torneo vinse il Pallone d'oro adidas quale miglior giocatore della manifestazione e la Scarpa d'oro adidas in qualità di capocannoniere (6 reti); nello stesso anno solare si classificò secondo nella graduatoria del Pallone d'oro di France Football, dopo il tedesco Lothar Matthäus. I gol del Mondiale 1990, ricordato come quello delle «notti magiche» dal testo della canzone ufficiale della manifestazione interpretata dalla coppia Bennato-Nannini, rimasero negli anni a venire nella memoria di tifosi e sportivi italiani.
Schillaci ricordò così la sua avventura in quel Mondiale: «Nemmeno un folle avrebbe mai potuto immaginare cosa mi stava per accadere. Ci sono periodi nella vita di un calciatore nei quali ti riesce tutto. Basta che respiri e la metti dentro. Per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare l'eroe di Italia '90. Peccato che poi si sia distratto durante la semifinale con l'Argentina. Una disdetta: abbiamo preso solo un gol in quell'edizione dei mondiali, e quel gol ci ha condannati».
Dal 2000 gestisce a Palermo il centro sportivo per ragazzi "Louis Ribolla" dov'è cresciuto il figlio di sua sorella, Francesco Di Mariano, anche lui calciatore, oltreché altri ragazzi diventati professionisti come Antonio Di Gaudio, Francesco Ardizzone, Giulio Sanseverino e Mauro Bollino; è inoltre proprietario dell'U.S. Palermo, squadra delle categorie dilettantistiche siciliane. Nella stagione 2017-2018 ha seguito da direttore tecnico la nascita del progetto dell'Asante, club palermitano di Terza Categoria legato a un'omonima ONLUS e composto interamente da atleti migranti.
Alle elezioni amministrative del 2001 si candidò come consigliere comunale della sua città, tra le file di Forza Italia, venne eletto con circa 2 000 voti, ma, non abituato all'agone politico, si dimise dalla carica dopo due anni.
Nel 2004 partecipa al reality show televisivo L'isola dei famosi, arrivando terzo con il 15% dei voti. Nel 2008 prende parte, assieme ad altri ex calciatori, al film Amore, bugie e calcetto. Nello stesso anno, nell'ambito del programma televisivo Quelli che il calcio in cui è spesso ospite, torna scherzosamente a vestire i panni di calciatore con la formazione dilettantistica dell'Altamura, disputando la partita conclusiva del campionato pugliese di Eccellenza; replicherà l'esperienza nel 2017 con il Crocetta, squadra del campionato piemontese di Terza Categoria. Nel 2011 interpreta il ruolo di un boss mafioso nella terza stagione della serie televisiva Squadra antimafia - Palermo oggi, mentre l'anno dopo partecipa in un cameo a un episodio della serie TV Benvenuti a tavola - Nord vs Sud. Nel 2016 pubblica l'autobiografia Il gol è tutto, scritta assieme ad Andrea Mercurio.
Il fratello minore Giuseppe giocò nella Fermana nella stagione 1990-1991; un terzo fratello più giovane, Giovanni, da ragazzo sostenne un provino per la Juventus. Anche suo cugino Antonio Maurizio Schillaci è stato un calciatore professionista.
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