Il governo valuta una stretta con nuove restrizioni per il periodo natalizio dopo le le folle viste negli ultimi giorni nelle vie dello shopping e alla luce di una curva dei contagi che rallenta sì, ma non drasticamente. Al vaglio c'è la possibilità di considerare l'Italia tutta in zona rossa o arancione nei festivi e prefestivi con l'unica eccezione di una deroga agli spostamenti tra i piccoli comuni. Tra le ipotesi ci sono maggiori controlli e chiusure mirate o anticipando le limitazioni orarie serali e la chiusura di bar e ristoranti. Tra le misure potrebbero esserci interventi per evitare gli assembramenti nelle vie e nelle piazze dello shopping e nelle zone centrali delle grandi città. Non è escluso un nuovo Dpcm che introduca misure omogenee in tutto il Paese. Il cambio di passo del governo è spinto anche da una curva dei contagi che rallenta troppo lentamente, con i nuovi casi di Covid19 che sfiorano sempre i 20mila e i decessi ancora nell'ordine di circa 500 al giorno. Le nuove misure potrebbero intervenire per frenare i grandi spostamenti, dunque sia quelli tra le regioni - che però si interromperanno a partire dal 21 dicembre per effetto del Dpcm già in vigore - sia quelli all'interno delle stesse. Oggi è prevista una riunione dei capi delegazione della maggioranza con gli esperti del Comitato tecnico scientifico e i ministri Luciana Lamorgese, Francesco Boccia ed altri. L'eventuale nuovo provvedimento potrebbe scattare il 19 e 20 dicembre o slittare invece a ridosso del Natale. Secondo quanto riporta Repubblica le misure potrebbero essere valide per otto giorni (dal 24 dicembre al primo gennaio) oppure nei dieci giorni festivi e prefestivi (24-27 dicembre, 31 dicembre- 3 gennaio, 5-6 gennaio), o infine dal 24 dicembre al 6 gennaio. Per quanto riguarda i ristoranti c'è un nodo: nel governo ci sono "rigoristi" e sostenitori della linea morbida. Questi ultimi divergono con i primi che spingono per la chiusura anche a pranzo, come avviene per le zone rosse o arancioni.
(skytg24)