Da tempo fuori dal dibattito politico regionale, dopo la nomina dell'assessora Filomena Calenda, anche la ex presidente della IV Commissione consiliare della undicesima legislatura ( quella di Paolo Di Laura Frattura ndr) Nunzia Lattanzio con un post su facebook ha inteso esprimere un suo pensiero in merito.
"Non esistono (o sono rare) - ha sottolineato- le riproposizioni autentiche e leali di donne come quelle del passato: Anita Garibaldi, Anna Maria Mozzoni, Camilla Ravera, Carla Capponi, Tina Anselmi, Gisella Floreanini, Nilde Iotti, Franca Viola, Tina Merlin...e tante altre. donne della Libertà, donne dei contenuti, donne dell'impegno serio a difesa dei Diritti Umani, donne-madri dei figli morti in guerra, donne forti e austere combattenti contro ogni forma di subordinazione di genere. Da alcune figure femminili, poco chiare della modernizzazione, analizzandone scelte e azioni, nulla appare esser colto, compreso, acquisito o preso a modello del lustro ereditato di quei tempi assai lontani. È che al baratro, ci siamo quasi! È che a cancellare decenni di lotte, la distanza è breve! Le vittime di soprusi, i loro figli e i loro mariti o compagni, inorridiscono di fronte a quelle donne che scelgono di avere ancora catene ai polsi, alle caviglie e al collo, illuse o annebbiate da furbizia bieca; la loro testa, che penzola piegata ai piedi del potere maschio, è solo un riportare in vita i crimini e le ingiustizie per le quali in tanti persero e continuano a perdere, con onore, la stessa vita. Chiediamo scusa a quelle donne, proviamo vergogna per le altre".
"Non esistono (o sono rare) - ha sottolineato- le riproposizioni autentiche e leali di donne come quelle del passato: Anita Garibaldi, Anna Maria Mozzoni, Camilla Ravera, Carla Capponi, Tina Anselmi, Gisella Floreanini, Nilde Iotti, Franca Viola, Tina Merlin...e tante altre. donne della Libertà, donne dei contenuti, donne dell'impegno serio a difesa dei Diritti Umani, donne-madri dei figli morti in guerra, donne forti e austere combattenti contro ogni forma di subordinazione di genere. Da alcune figure femminili, poco chiare della modernizzazione, analizzandone scelte e azioni, nulla appare esser colto, compreso, acquisito o preso a modello del lustro ereditato di quei tempi assai lontani. È che al baratro, ci siamo quasi! È che a cancellare decenni di lotte, la distanza è breve! Le vittime di soprusi, i loro figli e i loro mariti o compagni, inorridiscono di fronte a quelle donne che scelgono di avere ancora catene ai polsi, alle caviglie e al collo, illuse o annebbiate da furbizia bieca; la loro testa, che penzola piegata ai piedi del potere maschio, è solo un riportare in vita i crimini e le ingiustizie per le quali in tanti persero e continuano a perdere, con onore, la stessa vita. Chiediamo scusa a quelle donne, proviamo vergogna per le altre".