Ddl Zan, la Chiesa sostiene che vìola il Concordato: contro l'ingerenza della religione ecco gli interventi molisani - Molise Web giornale online molisano
Sabato - 30 Settembre 2023

Ddl Zan, la Chiesa sostiene che vìola il Concordato: contro l'ingerenza della religione ecco gli interventi molisani

 
di Viviana Pizzi 
 
 
La notizia è rimbalzata sui maggiori quotidiani nazionali e internazionali nella giornata di ieri. La Chiesa cattolica è intervenuta chiedendo la modifica del DDL Zan. Il Vaticano, per la precisione,  ha attivato i propri canali diplomatici per chiedere formalmente al governo italiano di modificare il  disegno di legge contro l’omotransfobia. Secondo la Segreteria di Stato, la proposta ora all’esame della Commissione Giustizia del Senato (dopo una prima approvazione del testo alla Camera, lo scorso 4 novembre), violerebbe in «alcuni contenuti l’accordo di revisione del concordato». Si tratta di un atto senza precedenti nella storia del rapporto tra i due Stati — o almeno, senza precedenti pubblici —, destinato a sollevare polemiche e interrogativi. Mai, infatti, la Chiesa era intervenuta nell’iter di approvazione di una legge italiana, esercitando le facoltà previste dai Patti Lateranensi (e dalle loro successive modificazioni, come in questo caso). Non era avvenuto nemmeno per l'aborto e per il divorzio, leggi dello Stato che hanno modificato per sempre le relazioni intrafamiliari liberando la donna, almeno in parte, dalla schiavitù del patriarcato. In quei casi la Chiesa si è dichiarata contraria e basta senza modifiche del testo come avviene nel caso di questo Ddl.  Le femministe radicali italiane avevano chiesto la modifica del  eliminando il concetto di identità di genere ma non sono state mai ascoltate, nonostante audizioni al Senato alle quali sono arrivate note esponenti come la giornalista Marina Terragni. 
 
Il Pd ha tirato dritto per la propria strada lasciando le radicali a bocca asciutta e tutelando la legge. Terragni un modo per uscire dall'impasse lo ha segnalato: tornare al ddl Scalfarotto contro l'omotransfobia, molto simile al ddl Ronzulli proposto oggi dalla destra, dove non comparivano identità di genere, misoginia-misandria e formazione obbligatoria nelle scuole: proprio le questioni sulle quali il femminismo oggi esercita la sua critica. 
 
Un dibattito che ha timidamente interessato il Molise. Ad intervenire è stato il deputato del Movimento Cinque Stelle Antonio Federico: "Il Vaticano ha manifestato contrarietà nei confronti di alcuni contenuti del ddl Zan (la norma di contrasto all'omotransfobia) perché sarebbero in contrasto con i Patti Lateranensi. Secondo lo Stato pontificio il testo limiterebbe la libertà di opinione ed addirittura imporrebbe anche alle scuole paritarie (la maggior parte delle quali cattoliche in Italia) di celebrare il 17 maggio la "Giornata mondiale contro l'omotransfobia". TUTTO FALSO! Non è introdotto alcun reato d'opinione e non vi è obbligo per le scuole di attivare alcuna iniziativa perché è fatta salva, naturalmente, l'autonomia scolastica. Insomma è questa una forma di ingerenza del tutto immotivata e che non può rallentare il Parlamento che nella sua piena autonomia, come del resto recita l'articolo 7 della nostra Costituzione, deve portare avanti il provvedimento ed approvarlo al più presto! Ps: il 17 maggio 1990 l'Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l'omosessualità dal novero delle malattie mentali. Un motivo validissimo a mio avviso per celebrare questa giornata comunque".
 
Ora bisogna vedere come si muoverà il Pd in tal senso. Sulla stessa posizione di Federico anche la consigliera comunale del Partito Democratico di Campobasso Bibiana Chierchia. "Ma davvero in Vaticano hanno da dire su una legge di un altro Stato sovrano? - si interroga - una legge che intende contrastare l'odio!!".
 
Una posizione netta è stata presa dai giovani democratici di Agnone. 
Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore” (Rm 13,8-10) Per la prima volta, la Santa Sede invoca il Concordato del 1984 e lo fa recapitando al Governo italiano una nota formale per chiedere una modifica del disegno di legge Zan, ora in discussione alla commissione Giustizia del Senato. La Chiesa sostiene che alcuni commi del ddl vìolino il patto in essere tra Vaticano e Stato italiano. L’articolo 2 di tale accordo prevede la piena libertà per la Chiesa di “organizzazione” e di “esercizio del magistero” e garantisce “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Principi che il Vaticano ritiene corrano il rischio di essere compromessi in caso di approvazione della Legge Zan.
Va specificato, che con un’eventuale approvazione, determinate associazioni potranno continuare a fare una campagna contro l’equiparazione dei diritti delle coppie dello stesso sesso; la legge sarebbe applicabile solo nel caso in cui un soggetto istighi a molestare e aggredire altri individui in virtù di discriminazioni basate sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo. La contraddittorietà più grande in cui cade la Chiesa sta nell’assunto per cui le discriminazioni vanno abolite ma, una legge che tuteli i discriminati, va emendata.
E allora ci chiediamo come possa, un’istituzione che si professa solidale e a difesa dei più deboli, contrastare un disegno di legge che, in concreto, protegge i più deboli. E ci chiediamo come possa, questa istituzione, portare avanti, imperterrita, un assetto comportamentale che non concepisce progresso nell’inclusione sociale. Ce lo chiediamo come giovani e come membri di uno Stato laico che, come tale, deve essere necessariamente pronto a recepire i cambiamenti e le sfide del futuro".
 
I dubbi sulla reale efficacia del Ddl Zan ci sono, sarebbe una sconfitta per le femministe contrarie se il Pd modificasse il testo solo dopo le richieste della Chiesa. Sarebbe la reale dimostrazione che siamo ancora e purtroppo uno Stato influenzabile dalla religione cattolica. E che il femminismo, quello radicale, viene ascoltato ben poco. Il concetto di Libera Chiesa in Libero Stato ripresa in Italia da Cavour nel 19esimo secolo, è ben lontano dall'essere applicato. 
 
 
 
 

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