Tramite comunicato, il SOA (Sindacato Operai Autorganizzati) e il FLMuniti aderenti operai Stellantis Termoli (Federazione Lavoratori Metalmeccanici), rendono noto che nei prossimi giorni verrà auto-organizzato un presidio di protesta davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis termolese contro le attuali misure di cassa-integrazione e la volontà di riconversione dell'edificio da produttore meccanico a fabbrica di batterie.
«Primo anno del gruppo Stellantis 19 Gennaio 2022 l'amministratore delegato del gruppo Tavares arriva nello stabilimento di Termoli ma non c'è niente da festeggiare- dichiarano i sindacati-, anzi nello stesso tempo l'azienda comunica altra dose massiccia di cassa-integrazione anche per febbraio. Da ricordare che vari operai sono fuori dallo stabilimento da quasi due anni, oltre tutti gli altri che la fanno a singhiozzo e sono semplicemente comandati al lavoro secondo le ipotetiche esigenze aziendali.
L'a.d. che arriva a sorpresa in Molise non fa altro che confermare le sue parole dichiarate poche ore fa ad un giornale nazionale- continuano-: non vuole produrre più meccanica a Termoli ma riconvertirà lo stabile in fabbrica di batterie se il governo italiano darà l'ok ai finanziamenti pubblici e del PNNR.
Basti pensare che tanta cassaintegrazione è stata concessa all'azienda con l'ordinaria poi con quella covid senza dimenticare che precedentemente i sindacati firmarono un contratto di solidarietà che serviva a realizzare un nuovo motore, ma, viste le prerogative di riconversione, di meccanica a Termoli rimarrà forse solo l'ombra.
Ricordiamo, invece- spiegano-, che il governo francese è dentro il gruppo sin dall'inizio cedendo le sue quote del 6,2% in Stellantis a Bpifrance, controllata per il 49,3% dalla Caisse des Depots et Consignations, Cdc, e da Epic, ente ugualmente governativo, molti operai da Termoli sono a lavoro negli stabilimenti francesi mentre qui si continuano a chiedere gli ammortizzatori sociali.
Siamo abituati a vedere le cose così come stanno, i castelli in aria li lasciamo ai sindacati partecipativi e ad alcuni giornalisti che sembrerebbero più dei bravi illusionisti.