In attesa che venga fissato l'incidente probatorio, che dovrebbe ricostruire con minuzia di particolari quanto avvenuto il 2 maggio in via del Plebiscito a Frosinone, continuano le indagini sul femminicidio di Romina De Cesare.
Il quadro sembra chiaro. Pietro Ialongo ha iniziato a uccidere davanti al portone di casa per continuare all'interno. Tuttavia la procura di Frosinone ha ancora qualche piccolo dubbio e ha chiesto il sequestro dei filmati delle telecamere di videosorveglianza di proprietà del Comune.
Lo riporta Latina oggi che sottolinea le domande a cui bisogna ancora rispondere: a che ora è arrivata precisamente Romina a casa? Ialongo era già presente nell'appartamento o è arrivato dopo? Il tutto quanto è durato? E poi, altre persone sono entrate o uscite dallo stabile prima, durante e dopo il delitto? Ialongo ha agito da solo? C'era qualcuno con lui?
Le telecamere da cui si possono trarre elementi di verità sono dieci.
«Il sistema di videosorveglianza comunale – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani a Latina Oggi – ha dimostrato tutta la propria utilità ed efficienza, anche per fornire un valido supporto contro il femminicidio. Sono circa una decina, infatti, le telecamere posizionate in piazzale Vittorio Veneto, in via del Plebiscito, piazza della Libertà e via XX settembre, proprio sull'area che ha investito, qualche giorno fa, direttamente o indirettamente, il gravissimo episodio di femminicidio, nel quale Romina è stata oggetto di una aggressione sanguinaria, che ha cancellato la vita di un essere umano.
Le videoregistrazioni, grazie all'operato dell'ingegner Sandro Ricci e dell'intero ufficio Ced, sono già state consegnate e acquisite dalla Polizia dello Stato e dagli inquirenti che, come avviene quasi quotidianamente per le altre 800 telecamere circa, installate al centro e in periferia, sono in grado di valorizzare il materiale fotografico acquisito. Il sistema di videosorveglianza, presente in città, da alcuni anni, interamente di proprietà comunale e messo a disposizione delle forze dell'ordine, costituisce un ausilio sicuramente importante anche per la repressione del femminicidio, davanti al quale però risulta indispensabile una presa di coscienza collettiva e culturale, che passa necessariamente attraverso il rispetto della dignità e della libertà di ogni individuo».
MoliseWeb è anche su Telegram: clicca qui per iscriverti https://t.me/moliseweb_it 