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Marcella Stumpo |
Ai concorsi tanto sbandierati in tv dal dott. Florenzano risponde un numero di candidati largamente inferiore ai posti disponibili, e per lo più si tratta di specializzandi, non di già specializzati; inoltre, alcuni vincitori di concorso poi rinunciano al posto. I turni di lavoro da zona di guerra vengono definiti ipocritamente “prestazioni aggiuntive”, ma sono solo toppe ad un organico a brandelli, che non solo aumentano i costi (gli straordinari si pagano di più), ma richiedono anche un inaccettabile sforzo psico-fisico ai sanitari, e portano minore qualità e maggiori rischi nell’erogazione delle prestazioni. E il massiccio ricorso alle cure fuori regione fa sì che il debito e le spese sanitarie aumentino, invece di diminuire come i continui tagli farebbero pensare.
Serve dunque un massiccio reclutamento di medici e infermieri, ma anche se la carenza di personale sanitario è nazionale in Molise non vuole venire quasi nessuno perché non si tratta di “semplice” deficienza degli organici, bensì di pesante, reiterata e conclamata deficienza organizzativa e di governance, cioè del sistema dei poteri e delle responsabilità.
La volontà precisa di fare tabula rasa del sistema sanitario pubblico molisano appare evidente ormai a tutti; e il fatto che esistano reparti “doppione” al Cardarelli di Campobasso e al Gemelli Molise richiama sinistramente alla memoria la volontà già esplicitata in passato di far assorbire la struttura pubblica da quella privata, chiudendo così il cerchio di questa sciagurata operazione portata avanti pervicacemente dai governi regionali di qualsiasi orientamento politico.
Per rompere questo circolo vizioso occorre dare segnali organizzativi forti e precisi: indire a tempi stretti i concorsi da primario per eliminare la figura del facente funzione; sostituire il direttore generale dell’ASReM e i direttori sanitario ed amministrativo; abolire il doppione della Gestione Sanitaria Accentrata presso la Regione, che gestisce Neuromed e Gemelli, trasferendo tali compiti all’ASReM; revocare per inadempienza il contratto di auditing con KTMG e Bocconi, che costa un milione l’anno, visto che per anni si sono limitati a fare solo i contabili; dare reale attuazione alla norma di legge che prevede l’autonomia organizzativa e contabile dei tre distretti sanitari in cui si articola l’ASReM, con conseguente maggiore responsabilizzazione dei direttori di distretto.
Questi sono solo alcuni dei punti che come Rete della Sinistra abbiamo elaborato e proposto per ridare dignità e diritti alla popolazione molisana; abbiamo anche più volte ripetuto che la cancellazione del debito non basta, che occorrono massicci investimenti in termini di personale e macchinari. Riteniamo che le nostre rivendicazioni dovrebbero inserirsi in una vertenza forte a livello nazionale, perché l’attacco al sistema sanitario pubblico riguarda tutte le regioni, e il PNRR va sostanzialmente nella direzione di appaltare al privato tutta la medicina territoriale senza peraltro fornire risorse per l’assunzione di personale a tempo indeterminato.
E’ però evidente che esiste una peculiarità tutta molisana: l’intreccio tra politica e sanità privata è da noi talmente eclatante da risultare scontato, ragion per cui l’emergenza sanitaria deve entrare al primo posto nell’agenda politica ed elettorale. E deve farlo sostenuta dalla rabbia e dalla protesta dei cittadini, che non possono più accettare in silenzio tutto quello che viene, ma hanno l’obbligo morale di alzare la voce anche per le prossime generazioni. Ricordando tutti che per il nostro diritto alla salute è indispensabile scegliere con il voto persone che abbiano a cuore il diritto alla salute, e ad una sanità pubblica di qualità, senza condizionamenti politici o interessi personali.
Per far sì che nessuno chiuda gli occhi di fronte alla situazione di pericolo e di deprivazione dei diritti cui ci stanno esponendo, organizzeremo al più presto insieme alle altre associazioni azioni di sensibilizzazione e denuncia sui territori. Il silenzio, la rassegnazione e l’indifferenza uccidono, e per noi molisani più che per altri vale il motto di Don Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è politica, sortirne da soli è avarizia”» conclude la consigliera Marcella Stumpo.
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