«Le sue qualità ed il suo esempio mi hanno fatto cambiare disciplina – spiega – e mi hanno dato i giusti consigli in tutto il mio percorso, facendomi crescere e tanto».
Guardia al pari delle sorella sin dalle origini, nell’ultima stagione ha scoperto anche le prospettive della regista rimanendone «affascinata perché l’essere playmaker e poter mettere in ritmo le compagne è una gran bella soddisfazione. Il nostro è uno sport di squadra e poter essere in tante a realizzare e non ritrovarmi in solitaria a mettere a segno bottini ingenti è una bella sensazione perché mi dà modo di aiutare le mie compagne».
Ora Campobasso diventa una tappa ulteriore per provare a spiccare ulteriormente il volo. «Andare fuori dalla mia comfort zone non poteva che essere per Campobasso, realtà davvero di rilievo non solo da un punto di vista tecnico, ma città ideale anche per la mia crescita e per il raggiungimento dei miei obiettivi personali che mi auspico possano andare a buon fine».
Tanto più per la possibilità di confrontarsi con le senior dell’A1 con cui sarà impegnata nella preparazione al campionato, al di là di quelli che saranno i suoi palcoscenici naturali del team under e del torneo di serie B.
«Il confronto con loro per me sarà determinante – chiosa – com’è stato il poter apprendere dalle indicazioni di mia sorella. L’ho fatto sin dai miei inizi e questo mi ha fatto migliorare e non poco. Proprio per questo sono felicissima di potermi relazionare con elementi di spessore ed esperienza».
«In Molise mi impegnerò tanto – prosegue – perché il mio obiettivo è quello, in un paio di annate, di far parte stabile del roster della massima serie e, intanto, in questa stagione punto a dare il massimo tra under e serie B, cercando magari di poter avere anche qualche chiamata con la prima squadra».
Parlando di se stessa, Giacchetti si descrive «come una figlia della filosofia del team civitanovese: tanta grinta e supporto alle compagne di squadra, senza arrendersi mai di fronte alle difficoltà con tanta voglia di giocare e dare il massimo. L’ho fatto quando ero l’elemento con maggiore esperienza nei gruppi in cui ero, così come quando ero tra le più giovani perché questo deve essere lo spirito di una giocatrice di basket a mio avviso».
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