Antonio Di Pietro rompe il silenzio degli ultimi due anni, trascorsi senza rilasciare interviste e senza andare in televisione, e concede un'intervista all'ANSA in merito alle elezioni e al futuro suo e del paese.
«Io ho fatto una scelta. C'è un tempo per ogni cosa e bisogna avere rispetto per il tempo che passa e per le esigenze del Paese. Il mio tempo l'ho vissuto ed oggi è il momento che le nuove generazioni affrontino i nuovi problemi». Cosi' Antonio Di Pietro all'ANSA, parlando dalla sua casa di campagna a Montenero di Bisaccia (CB) esclude un suo ritorno alla politica.
«Credo di aver fatto il mio dovere - prosegue - nelle diverse funzioni e nei diversi ruoli che ho svolto. Posso avere sbagliato, ma sbagliano tutti quelli che fanno qualcosa, non sbagliano solo quelli che dicono male degli altri senza fare. Io ritengo di aver fatto qualcosa di cui sono orgoglioso e che rifarei, come magistrato, come poliziotto, come politico, come ministro". Sul suo futuro l'ex pm risponde: "E' fatto delle cose che sto facendo adesso: in questo momento mi sto accingendo a fare la vendemmia, poi raccoglierò le olive e mi preparerò a un evento importante che avrò tra qualche mese, il matrimonio di mio figlio. Non mi pare siano cose da poco».
Quando gli viene chiesto di commentare la campagna elettorale risponde: «Non vedo niente di nuovo sotto il sole. È la solita campagna elettorale dove ognuno cerca di tirare il cittadino per la giacchetta, dalla propria parte, non tanto spiegando cio' che vuol fare lui, quanto piuttosto denigrando cio' che vuol fare l'altro e questo obiettivamente scoraggia l'elettore».
«Io credo che manchi la concretezza - aggiunge -. Mi auguro che chi andrà in Parlamento abbia le competenze necessarie per capire quello che fa e quello che e' prioritario e più utile per il Paese. In questo senso io andrò a votare e, come ho sempre fatto, non baderò ai simboli ma alle persone. Mi lascerò convincere dai curriculum di chi si candida a rappresentarci piuttosto che dalle bandiere di partito».
Per Di Pietro non bisogna avere paura di chi vincerà le elezioni, a prescindere dalle proprie convinzioni politiche: «Io vengo da una cultura popolare non di destra e quindi non voterò la destra ma rispetterò il voto degli italiani. Se la maggioranza degli italiani vorrà essere governata da un governo di centrodestra, anche guidato da Meloni, io la valuterò per quello che saprà fare e non per tutte le critiche pregiudiziali che si fanno solo perchè si ha paura che vincerà».
Infine su questo tema l'ex pm precisa ancora: «Vengo da una cultura popolare, repubblicana, europea. Quando ero al Parlamento Europeo facevo parte di quella realtà politica e a quella resto fedele: non voterò la destra, ma non la criminalizzo a priori, come pregiudizio. La valuterò su quello che farà e anzi, dico di piu', mi auguro che chiunque vincera', centrodestra o centrosinistra, possa ben governare».
«Come tutti sanno sono residente a Bergamo, quindi non potro' votare in Molise, ma se dovessi votare nella mia regione non ho difficolta' a dire che non guarderei in alcun modo i simboli dei partiti perche' in ogni partito ci sono persone che mi convincono e persone che non mi convincono. Mi convince Rossella Gianfagna perche' la conosco personalmente e perche', oggi come oggi, l'istruzione e lo studio devono essere messi tra le priorita' del nostro Paese e in particolare del nostro Molise e poi perche' e' una persona con le mani pulite e la testa aperta». Così all'ANSA Antonio Di Pietro parlando delle prossime elezioni politiche nella sua regione si schiera al fianco della candidata del centrosinistra al Senato uninominale (diretta concorrente del candidato del centrodestra Claudio Lotito).
«Ho fatto due volte il ministro - ricorda parlando dalla sua masseria di Montenero di Bisaccia - e credo che tutti possano testimoniare che in ogni attivita' istituzionale ho sempre messo il Molise al primo posto. Questo, per un motivo molto semplice: perche' sono di casa. Io non ero in Molise solo nei 20 giorni delle elezioni. Per questo mi auguro che i molisani possano votare una persona che sia di casa e che dimostri di essere competente a fare quello che deve fare un parlamentare. Deve essere una persona che conosce il territorio e le esigenze locali. Al Molise, che tra l'altro e' una realta' molto piccola, ci puo' pensare solo chi ci vive e ci ha vissuto. Chi viene da fuori, il giorno dopo, quando va in Parlamento, se ne dimentica».
Sul tema dei candidati 'paracadutati' da altre regioni l'ex pm conclude: «Questa legge elettorale e' malfatta, ma pur sapendo che non e' fatta bene i partiti ne approfittano. Personalmente sono convinto che mettere una persona in un posto per farla eleggere e non per essere al servizio di quel territorio negli anni successivi sia un errore che nuoce all'interesse della cittadinanza».
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