Il 27 ottobre Micaela Fanelli, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, ha presentato una
proposta di legge regionale che prevede l’incompatibilità tra la carica di Commissario ad acta alla sanità con quella di Presidente della Giunta regionale e Consigliere Regionale. A detta della Consigliera Fanelli si tratterebbe di un'incompatibilità molto evidente, dal momento che il Presidente Toma non potrebbe svolgere il compito di Commissario ad acta e Presidente della Regione «per manifesti conflitti di interessi».
Numerose le critiche sulla proposta di legge da parte di esponenti politici e della società civile che sostengono ci siano vizi di incompatibilità in ordine al disegno di legge. Secondo l'Avvocato Iacovino la Corte Costituzionale già si è espressa su questa materia, giudicando incostituzionale la norma che prevedeva l'incompatibilità delle due cariche: «Da cittadino informato so, e dovrebbero saperlo a maggior ragione questi improvvisati politicanti, che sulla incompatibilità tra la figura di presidente di Regione e commissario ad acta per la sanità, introdotta dall'art. 25-septies del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119 (Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria) si è già espressa la Corte Costituzionale che ne ha sancito l’incostituzionalità».
É una bocciatura senza appello anche quella che arriva da Andrea Greco, capogruppo in Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle, sulla proposta di legge: «É incostituzionale e non la voteremo».
«Un semestre bianco, altre norme lo prevedono. Si tratta dei sei mesi in cui può più avvenire l’ingerenza del potere forte, l’incidenza rispetto a situazioni e interessi. Un conflitto di interessi. Il Presidente della Regione, da Commissario ad acta, può decidere i budget da erogare ai privati, quali servizi tagliare, può incidere sugli accreditamenti di una RSA o di un’altra». La Consigliera Fanelli difende il proprio operato ritenendo che tutto questo dissentire, da parte dei colleghi grillini, possa essere una scusa per non voler mandare a casa Donato Toma. La consigliera entra nel merito sui possibili vizi di incostituzionalità: «La Corte Costituzionale si è espressa nel 2018: un decreto legge convertito in legge nazionale stabiliva che il decreto era illegittimo per due ragioni. In primo luogo, si inseriva una norma sull’incompatibilità, di materia elettorale, in un decreto legge economico. In secondo luogo, entrava nelle competenze regionali. La mia proposta di legge non ha nessuno di questi due vizi: inviterei l’Avv. Iacovino a leggere la relazione di accompagnamento alla proposta prima di darmi dell’ignorante. Non solo ho sempre votato la mozione di sfiducia, mi sono inventata un ulteriore strumento per mandare a casa Toma. - La Fanelli invita il movimento a votare la legge - I 5 stelle non facciano la stampella di Toma, siano coerenti».
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