«Alcuni giorni fa, con molto rammarico, ho rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi nel Partito Comunista. Si è trattato di una decisione lungamente meditata, frutto di una riflessione profonda ed assai dolorosa.
Questa organizzazione, nella quale ero entrato nel 2019, a partire dalle elezioni politiche svoltesi quest’estate, ha subito una vera e propria trasformazione genetica. Nel nome di un vago sovranismo di sinistra, il PC ha dato vita a Democrazia Sovrana Popolare, un’alleanza contraddittoria e confusamente “antisistema” che contempla anche forze di destra. La strada intrapresa, dunque, ha condotto il partito a costruire una vera e propria torre dei Babele, in cui si può trovare tutto e il contrario di tutto, e che lo ha già indotto ad una mediazione suicida sia sul piano dell’identità politica sia su quello dei principi, tanto è vero che, ad esempio, il suo nome ed il simbolo sono scomparsi da ogni manifestazione pubblica. A ciò si aggiunga che tale sacrificio strategico non ha nemmeno portato ai risultati sperati, considerando che alle scorse politiche DSP avrebbe dovuto raggiungere il 3% e per questa via alcuni “comunisti” sarebbero entrati in parlamento. Infatti non è andata così, dato che DSP ha invece racimolato un misero 1,2%. Tale sconfitta avrebbe dovuto portare innanzitutto alle dimissioni dell’allora segretario generale, l’on. Marco Rizzo, di tutto l’ufficio politico e all’abbandono di questo progetto sovranista, ma ciò non è affatto accaduto, anzi quel misero 1,2% è stato addirittura spacciato per una formidabile vittoria. Come al solito, la sconfitta è sempre orfana!
Secondo l’on. Rizzo - il quale oggi tiene machiavellicamente il piede in due scarpe, dato che è sia presidente onorario del PC che segretario di DSP! – la guerra in atto tra Russia ed Ucraina avrebbe giustificato in passato la svolta sovranista imposta al partito e la giustificherebbe tutt’ora. A questa linea, sintetizzabile nella sua infelice allegoria della bandiera rossa come “coperta di Linus”, io, molto modestamente, invece, oppongo la ricerca spasmodica e faticosa dell’unità dei Comunisti. Se vi devono essere delle alleanze strategiche, esse devono farsi con in Compagni, non con i fuoriusciti dalla Lega o con personaggi di destra che talvolta sono dichiaratamente fascisti! Dinnanzi al rischio
di un conflitto mondiale e all’involuzione autoritaria sempre più grave e violenta del capitalismo, non credo che vi siano alternative al fatto di mantenere aperta la “questione comunista” in Italia. Oggi è questa la nostra vera urgenza strategica; è questo il dovere di ogni vero proletario difronte al proletariato italiano: mantenere aperta la questione comunista in Italia! Democrazia Sovrana Popolare, infarcita com’è di non comunisti e di personalità di destra, non è nata con lo scopo di perseguire ciò, anzi, è la pietra tombale con la quale si tenta di chiudere tale priorità!
Per questi motivi annunzio il mio ingresso in un progetto unitario che si chiama Costituente Comunista. Non si tratta dell’ennesimo micro-partito risultato della diaspora dei marxisti-leninisti, ma di un’associazione politico culturale che si prefigge di essere un ponte tra le varie anime comuniste del nostro Paese. Il contesto storico in cui viviamo, ha dato inizio ad un processo che - sia con gli strumenti classici della repressione del dissenso, sia con la sfiducia nei nostri ideali e nei nostri simboli che oggi affligge molti compagni – mette a rischio lo stesso persistere di qualsiasi formazione comunista nei prossimi anni. E’ per questo che vanno promosse alleanze politiche con forze omogenee che condividano la stessa idea del mondo, e la Costituente Comunista vuole appunto favorire un vero e proprio processo storico di unità delle forze marxiste altrimenti irrilevanti e destinate a scomparire.
Viva la Costituente Comunista!»
Prof. Giovanni Moriello
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