di Pietro La Barbera
Un abbraccio fra il pop e la canzone d’autore: così Chiara Ragnini ama definire la sua musica. Cantautrice ligure attiva da anni nella scena musicale indipendente, scrive canzoni dall’adolescenza e da allora non ha più smesso. Durante la sua carriera ha ricevuto alcuni premi (Premio Lunezia per Autori di Testo, Premio InediTO Colline di Torino, Premio Donida), arrivando in finale ad importanti concorsi dedicati alla canzone d’autore (Premio Bianca d’Aponte, Genova x Voi), ha partecipato a festival e rassegne (Il Tenco Ascolta del Club Tenco, Collisioni Festival, Casa Sanremo) e ottenuto

passaggi radiofonici e televisivi nazionali (Isoradio, RAI Radio Live, Roxy Bar di Red Ronnie, Mezzogiorno in Famiglia RAI Due, RTL 102.5, Radio1 RAI). Ospite più volte del Club Tenco, ha condiviso il palco con artisti del calibro di Omar Pedrini, Lovesick Duo, Zibba, Irene Fornaciari, Yo Yo Mundi, Dolcenera e molti altri. E’ spesso accostata agli artisti della nuova scuola cantautorale genovese, guadagnandosi ampio spazio in pubblicazioni dedicate (Genova e la canzone d’autore, Banca Carige e Club Tenco, 2015; Genova. Storie di canzoni e cantautori, Editrice Zona, 2011).
Il primo album, Il Giardino di Rose (2011), dal sapore folk-pop, le è valso la stima di pubblico e addetti ai lavori. Un seguito che ha permesso a Chiara di sperimentare una fortunatissima campagna di crowdfunding per il suo secondo disco electro-pop La Differenza (2017). Nell’ottobre 2020 pubblica Disordine: quattro canzoni inedite di pop d’autore raccolte in un EP intimo ed elegante, registrato in chiave acustica fra gli ulivi dell’entroterra ligure. Il 14 maggio 2021 esce il suo primo disco di cover d’autore intitolato Homeplay vol.1 – Canzoni buone dal focolare di casa: 12 canzoni, metà in inglese e metà in italiano, reinterpretate in chiave acustica, che spaziano dai grandi cantautori come Gino Paoli, Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè passando per Joni Mitchell, Lisa Stansfield e Suzanne Vega.
1. Allora Chiara, com'è fare la cantautrice ai giorni nostri? Sarebbe stato meglio, secondo te, lavorare negli anni '70?
"E' una domanda che mi faccio spesso. Il vantaggio di fare questo mestiere oggi è l'avvento dei social, un approccio più democratico per l'arte, la possibilità di essere più autonomi per la diffusionedei propri prodotti musicali, anche se arrivare al grande pubblico è sempre appannaggio di pochi. Forse sono peggiorati i meccanismi discografici rispetto al passato, questo sì, ma momento sono soddisfatta del mio lavoro."
2.Quanto conta circondarsi di collaboratori con cu avere la giusta empatia?
Moltissimo, è un valore aggiunto avere validi collaboratori e sentirsi in sintonia reciprocamente. La musica è un progetto di squadra, ci vuole fiducia per arrivare poi al pubblico.
3. E passiamo a Genova, la tua terra, cos'ha di magico?
Io adesso abito nella riviera di Ponente, quasi in Francia, sento molta nostalgia di casa e questo è un tema fondamentale nelle mie canzoni. La malinconia della lontananza da Genova, la voglia di tornare e il sentirsi stretti tanto da voler andare via; un po' un conflitto, amore e odio. Genova poi ha segnato la strada musicale di molti artisti, è una città che resta sempre nel cuore.
4. Cura del dettaglio, ciò che si evince nelle tue canzoni, ma tu sei un'artista meticolosa?
Io impiego precisione maggiore per scrivere il testo, per l’arrangiamento poi sono anche accompagnata dai musicisti che mi supportano nel progetto, ad ogni modo sono pignola in tutto quando si tratta di un nuovo brano!
5.Qual è il momento esatto in cui ti rendi conto che la canzone che hai composto è buona e ti soddisfa pienamente?
E' un lavoro in divenire, alcune canzoni nascono subito, mentre guido, mentre sono nel traffico, e subito sono buone; per altre c'è un processo più lungo e mi rendo conto alla fine se può funzionare o no, se devo lasciarla in stand-by magari e tornarvi in seguito. L'ispirazione maggiore ce l'ho quando sono in viaggio, in cui mi sento ispirata e poi la mamma! Mia madre è il test finale per valutare se una canzone è vincente o no.
6.Come definiresti l'arte di comporre canzoni?
Liberatoria, catartica, dallo scriverla all'arrangiarla e infine comunicarla al pubblico. Un processo terapeutico quasi.
7. Domanda assurda. Facciamo finta che domani tu ti trovassi in una barca, con Luigi Tenco, Lucio Dalla e Fabrizio De André, senza pescare, un viaggio in barca, faresti loro delle domande?
Io me la vivrei così, in silenzio, senza domande. Da genovese io sono cresciuta con Dalla, De André è arrivato dopo, ma sono tutti e tre dei miti per me e chiunque facia musica. Penso che passerei una prima fase di venerazione e poi inizierei a parlare, magari qualche domanda futile, cercherei di carpire la personalità di ognuno di loro parlando della quotidianità.
8.Progetti futuri?
Sto lavorando su canzoni lasciate incompiute in passato come dicevo prima e che sto ultimando ora. Poi c'è in cantiere un nuovo EP. Ma, soprattutto, sto organizzando la tournée dei concerti. Chssà che non capiti in Molise!
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