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Martedì - 30 Dicembre 2025

Caro-alberghi: Campobasso è la terza città più cara d’Italia, tariffe su del 28,9% rispetto al 2022

di Matteo Fallica

Campobasso sorprende e preoccupa: è la terza città d’Italia per rincaro delle tariffe alberghiere, con un aumento medio del +28,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. A rivelarlo è uno studio di Assoutenti, che ha analizzato l’andamento dei prezzi delle strutture ricettive nelle principali città italiane, basandosi su dati ufficiali forniti dall’Istat.

Secondo l’associazione, soggiornare in hotel, b&b, pensioni e altre strutture ricettive sta diventando sempre più oneroso per i turisti italiani e stranieri. A livello nazionale, nel solo ultimo mese, i prezzi delle strutture ricettive sono aumentati mediamente del +15,2% rispetto all’anno precedente, con punte del +18% per alberghi e motel, e del +11,1% per campeggi e villaggi turistici.

Il fenomeno risulta particolarmente accentuato nelle città d’arte e nei centri che hanno registrato un forte afflusso di visitatori. In vetta alla classifica del caro-alberghi troviamo:

  1. Firenze: +43,2%

  2. Milano: +38%

  3. Campobasso: +28,9%

  4. Venezia: +25,7%

  5. Palermo: +25,3%

  6. Ferrara: +24,6%

Un balzo, quello di Campobasso, che sorprende per l’entità e colloca il capoluogo molisano tra le città con il più alto aumento dei prezzi nel settore ricettivo, davanti a destinazioni tradizionalmente più gettonate e costose.

Anche le località balneari stanno registrando aumenti sensibili: Olbia-Tempio segna un +20,3%, mentre Puglia ed Emilia-Romagna si attestano su rincari compresi tra il 15% e il 17%.

Controtendenza, invece, in sole tre province italiane: Caltanissetta (-5,8%), Viterbo (-5,3%) e Trapani (-4,1%), dove si registra un calo dei prezzi degli alloggi.

Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, lancia l’allarme:

“Temiamo che questo sia solo un assaggio di ciò che attende gli italiani la prossima estate. Il caro-bollette e l’inflazione ancora alta stanno gonfiando i listini, rendendo le vacanze un lusso per pochi. Il rischio concreto è che milioni di italiani, non potendo affrontare costi sempre più elevati, saranno costretti a ridurre i giorni di vacanza, o a rinunciare del tutto alle ferie.”

Un segnale preoccupante, quindi, per un settore che rischia di diventare sempre meno accessibile, proprio mentre si avvicina il cuore della stagione turistica.

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