Sicuramente vi starete chiedendo di quale romanzo giallo si tratta. Nessuno, il titolo dell’articolo racconta la verità, quella che spesso accade ai treni da e per il Molise. Siamo a Roma e è il 27 giugno 2024. Raggiungiamo il sito web di Trenitalia per acquistare il biglietto per tornare a casa, in Molise. Partenza prevista ore 19,35 o 20,35. Il sito non permette di acquistare i biglietti senza una spiegazione. La ricerca diventa frenetica, si consultano altri siti. Nulla! Allora la decisione è quella di telefonare direttamente a FS e cercare di saperne di più! “Gentile cliente non sappiamo il perché ma qualcosa ci dice che le partenze dei treni da lei indicati, sono state cancellate”. Incredibile ma vero! Per saperne di più chiamiamo un dirigente di FS che ci svela l’arcano. “I treni non partiranno per manutenzione della linea e per una sfortunata coincidenza non si è riusciti in tempo a sostituire i treni con autobus sostitutivi che son garantiti dal giorno successivo”. Per oggi, quindi, tutti a piedi e non di certo senza disagio. La mattina seguente, 28 giugno ci si reca alla stazione ferroviaria di Roma Centrale e dai tabelloni la partenza per il Molise è garantita a un fantomatico binario 26 che non troviamo ma che con grande fatica si riesce a individuare in una piazzola esterna su via Giolitti nei pressi del civico 32. Una fila infinita di pendolari in attesa e molti che ancora stanno cercando i bus sostitutivi. Non una indicazione, non un avvertimento speakerato. Il Molise non esiste e, queste non certamente coincidente, non potranno mai più far affermare il contrario.
Per fortuna gli autobus sono due e questo permette di viaggiare non stipati come non raramente avviene. Nessun controllo del biglietto, si sale sui bus e si spera di arrivare via autostrada. L’uscita da Roma è un terno a lotto e le corse accumulano ritardi notevoli che dell’attesa stenuante si fanno gioco godendone con il sorriso. Fs dovrebbe porre le scuse, e non dichiararsi dispiaciuta e mal posta per questioni dei debiti accumulati dalla Regione Molise nei suoi confronti. Scuse che non garantirebbero una sorta di perdono ma almeno tornerebbero utili al fine dell’educazione e della propensione all’ascolto e al dialogo. Dal primo luglio prossimo altre corse verranno cancellate sia per che da Roma e ancora disagi saranno propinati e posti sulle ampie spalle dei Molisani. Sarebbe il caso di unirsi in una lotta per la sopravvivenza e non dividerci per tagliare in due la regione e trasferire la provincia di Isernia in Abruzzo, come gran pensanti e strateghi della politica, ex uomini di Stato e non “cafoni” non più legati con la fune, da tempo vanno urlando come forsennati indiavolati da lingue di fuoco dal calore sovraumano. Solo con una attenta osservazione delle criticità che la politica non riesce a governare del tutto, forse, si potrebbe uscire da quella atavica dormienza che viene alimentata con soporiferi dalle lunghe braccia avvolgenti e da parole ammalianti sino alla noia mortale. Non è una questione di destra o sinistra, ma di coerenza con la quale ci si dovrebbe porre difronte la libertà di essere orgogliosamente Molisani. Saranno tempi bui per i trasporti e l’elettrificazione non di certo ha reso le cose più facili lungo la tratta ferroviaria che dovrebbe donarci la libertà di concederci spazi lavorativi, culturali e turistici da regione e non da sobborgo di una metropoli chiamata “Miraggio”! Aspettando il 2025 le stazioni rimarranno illuminate dalla speranza e vuote di materialità. Che non si spengano anche le ultime luci.
di Maurizio VARRIANO
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