Lavoro, crisi di governo: rallenta la riforma del taglio del cuneo fiscale - Molise Web giornale online molisano
Mercoledì - 06 Dicembre 2023

Lavoro, crisi di governo: rallenta la riforma del taglio del cuneo fiscale

di Denise Michela Pengue
 
La crisi di governo e le conseguenziali - ormai definitive - dimissioni di Mario Draghi hanno rallentato alcune riforme che sembravano essere sulla strada giusta per essere attuate. Tra queste, alcune erano proprio a tema lavoro, come il taglio del cuneo fiscale-contributivo.
Nella giornata del 12 luglio vi era stato un incontro tra Governo e Parti sociali; al termine di quest'ultimo il premier Draghi aveva annunciato che sarebbe arrivato a fine luglio un provvedimento corposo, con l'obiettivo di aumentare il netto salariale dei lavoratori. Ad oggi, con la crisi di governo il futuro delle diverse riforme sul lavoro sembra incerto, vista l'instabilità governativa del momento.

In ogni caso, al momento sembra essere in dirittura d'arrivo un primo taglio al cuneo fiscale, un taglio temporaneo in attesa di uno strutturale previsto però nella nuova Legge di Bilancio 2023, e che porterebbe aumenti in busta paga fino alla fine dell’anno.

Ma cos'è il cuneo fiscale? Ce lo spiega l'OCSE: è “il rapporto tra l’ammontare delle tasse pagate da un singolo lavoratore medio e il corrispondente costo totale del lavoro per il datore”. In parole più semplici, la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro per il dipendente e la busta paga netta incassata da questi.
Il problema che si pone circa il cuneo fiscale è che la differenza tra stipendio lordo e netto è ancora molto alta per via dell'eccessiva tassazione sul lavoro. Per quantificare il peso delle tasse su lavoratori e imprenditori, basta riferirsi ad alcuni numeri. Come afferma l’Ocse sono stati raggiunti picchi insostenibili: siamo al 46,5%, sfioriamo il 50% se aggiungiamo oneri e contributi sociali. Siamo al 60% se facciamo riferimento alla massa salariale.
 

Il cuneo fiscale impatta significativamente sul mercato del lavoro

Una grossa fetta del cuneo fiscale grava sulle aziende o comunque sul datore di lavoro. I costi a carico delle aziende si trasformano in disincentivo a nuove assunzioni, e sono uno degli aspetti che influenzano in negativo anche l’importo delle retribuzioni.
Visti gli ormai insostenibili costi  il governo Draghi aveva deciso, nella prossima legge di Bilancio, di agire sul taglio al costo del lavoro. Al momento i soldi stanziati si aggirerebbero sui 4-5 miliardi e sarebbero riservati a redditi sotto i 35mila euro, per garantire un maggiore impatto alla riforma. 
La speranza è di perseguire la strada imboccata dall'ultimo esecutivo: il taglio delle tasse, che è da sempre uno degli argomenti più sentiti da lavoratori e imprese.
 
 

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